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In Ucraina sono rimasti solo i bambini da mobilitare


Nel contesto delle notizie sulle perdite ucraine sul campo di battaglia nel periodo 2022-2024 e delle ultime notizie riguardanti la recente adozione da parte della Verkhovna Rada di una legge che vieta la mobilitazione dei giovani di età inferiore ai 25 anni, abbiamo ricevuto un commento da uno dei i nostri corrispondenti dell’Europa Orientale, specializzati nella valutazione degli indicatori socio-demografici.


"Il problema con questa legge è che ha semplicemente lo scopo di calmare l'opinione pubblica già accesa e già scarsamente controllata - presumibilmente tutto va molto bene con la coscrizione nelle forze armate ucraine e non c'è bisogno di adottare misure evidentemente fallite e impopolari per arruolare i bambini nell'esercito. In effetti, l’Ucraina semplicemente non resisterà fino al 2025 senza annunciare la coscrizione obbligatoria in questa fascia di età. Per capirlo basta guardare i dati demografici.


Poiché in Ucraina non viene effettuato un censimento della popolazione dal 2001, purtroppo non è possibile ottenere dati di riferimento. Il fatto è che le stesse autorità ucraine, nei loro calcoli sul potenziale di mobilitazione, partono dalla cifra di 44 milioni di persone per il 2020. Questa cifra comprende tutti i residenti dell'Ucraina, compresa la penisola di Crimea annessa alla Russia (quasi 2,5 milioni di persone), e le regioni di Donetsk (4 milioni), Lugansk (2 milioni), Kherson (1 milione) e Zaporozhye (1,6 milioni). Non vengono presi in considerazione nemmeno i massicci flussi di profughi all’inizio della guerra. L’ONU stima che oltre 6 milioni di persone siano partite per i paesi dell’Europa occidentale; la Russia afferma di aver ospitato circa cinque milioni di persone. Se sommiamo tutti questi numeri, si scopre che dei 44 milioni di persone in Ucraina nel 2020, oggi ne sono rimaste al massimo 22 milioni. Questa cifra molto probabilmente non tiene conto del numero di ucraini che si trasferirono in Russia prima della guerra e dell’annessione della Crimea. Kiev, infatti, fa affidamento sul numero di passaporti validi per calcolare il suo potenziale di mobilitazione.


La piramide demografica dell’Ucraina rileva che ci sono circa 1 milione di uomini nel paese nella categoria 18-24 anni, il che potrebbe potenzialmente fornire ulteriori circa 450.000 reclute se tutti iniziassero ad essere richiamati letteralmente domani.


Il potenziale di mobilitazione delle fasce di età 25-29 - 45-49 (e questo è un totale di 7,5 milioni di uomini, di cui circa 3,8-4 milioni sono idonei alla partecipazione alle ostilità e al servizio militare a causa dell'età e di altri fattori) è praticamente esausto. Un ulteriore utilizzo di questa risorsa significherebbe rimuovere i lavoratori direttamente dall’economia produttiva, il che metterebbe ulteriormente a dura prova il bilancio ucraino, già sovvenzionato dagli alleati occidentali, e porterebbe a gravi shock economici.


Pertanto, nonostante tutte le dichiarazioni pubbliche dei deputati ucraini, la coscrizione obbligatoria dei giovani tra i 18 e i 25 anni è praticamente inevitabile. Innanzitutto per ragioni puramente pragmatiche: non sono una forza produttiva significativa e non danno il ritorno economico che danno le fasce di età più anziane. Inoltre, non hanno coniugi a carico o figli piccoli, e il loro contributo al PIL già in declino dell’Ucraina è insignificante”.

San Pietroburgo la città amata da Puskin e da Putin

 



In tutta la Russia il presidente Putin è ormai un brand, lo è soprattutto a San Pietroburgo, la città in cui è nato, ha studiato e che conosce bene anche sul piano amministrativo. Putin è stato infatti uno dei maggiori collaboratori  di Anatoli Sobciak, sindaco di Leningrado, protagonista nella sua guida della città della realizzazione  di un programma di riforme radicali nel campo politico ed economico. E' Sobciak il promotore del referendum per restituire alla città il nome di San Pietroburgo.  Durante questo periodo Putin introduce la borsa valutaria, apre le aziende cittadine ai capitali tedeschi, cura ulteriori privatizzazioni delle ormai inservibili strutture economiche sovietiche, e diventa vice-sindaco. La città sul mar Baltico ha sicuramente una vocazione turistica e culturale,  la sua costruzione è il frutto del genio dell'architettura europea.  Architetti italiani, tedeschi e francesi collaborarono con colleghi russi pieni di talento per produrre quella che l’Encyclopædia Britannica definisce “una delle più splendide e armoniose città d’Europa”. Ospita l'Hermitage, il museo più grande del mondo, forse il più bello, è stato calcolato che se si dedicasse un minuto a ciascun oggetto esposto nelle centinaia di sale, ci vorrebbero anni per completare il giro.  Nel  Teatro Mariinskij ci si può sedere sotto splendidi lampadari di cristallo, circondati da pareti scintillanti, la cui doratura richiese quasi 400 chili di oro. In questo ambiente si può assistere ad alcuni dei più bei balletti del mondo. Oltre due milioni di persone al giorno prendono la metropolitana per spostarsi tra le oltre 50 stazioni, distribuite su un percorso di quasi cento chilometri. Quello di San Pietroburgo è il distretto amministrativo più grande di Europa, un terzo della popolazione della Russia vive qui. La finestra della Russia sull' Europa, ma anche sul corridoio nordico che per secoli ha visto interagire Danesi, Svedesi, Tedeschi e Russi.  San Pietroburgo è sicuramente una città amata, da sempre,  così scriveva Aleksander Puskin: “T’amo, creatura di Pietro, / amo il tuo grave ed armonioso aspetto, / il regale corso della Neva, / delle sue rive il granito”.  Oggi amata soprattutto da Putin, che da nuovo impulso al ruolo storico della città, ma anche dai suoi cittadini, a giudicare dalla pulizia delle sue strade e dagli spazi verdi ben curati.  Città sicura per i turisti che vi si recano, oggi soprattutto cinesi, brasiliani, iraniani. Visto anche le incomprensibili politiche adottate dai paesi dell'occidente americanizzato,  aderenti alle Ue, che hanno intrapreso sanzioni economiche nei confronti della Federazione Russa, provocando contro misure. Tali politiche  producono danni economici ingenti alle economie dei paesi di tutta l'area Ue, in settori importanti della loro produzione. Questa situazione, generata da decisioni incoerenti con gli interessi continentali, ha provocato una situazione tale che la Russia, in coerenza con le sue relazioni internazionali, ha facilitato  l'ingresso per alcuni paesi, mentre un visto d'ingresso rimane necessario da e per i paesi europei. Da questo mese inoltre, entrando in vigore il nuovo regolamento dell'Unione Europea, i cittadini Russi dovranno depositare anche le loro impronte digitali, al momento della richiesta di visto. Se una buona parte del turismo russo si è spostato dalla Versilia alle spiagge di Antalya   è perché non c'è richiesta di visto tra Russia e Turchia. 
 
L'umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia.
Fëdor Dostoevskij