Vincenzo Lojali in divisa della Grande Guerra
Ufficiale ardito, sempre di esempio, partecipò alle 12 battaglie dell'Isonzo, venne ferito più volte e decorato al valore. E' all'attenzione della Congregazione delle Cause dei Santi la causa di Beatificazione di Mons. Vincenzo Lojali, vescovo di Amelia, la diocesi più piccola d' Italia, dal 1938 al 1966. Nato ad Attigliano il primo settembre 1894, Vincenzo Lojali era allo stesso tempo un cristiano ed un cavaliere, la carità è la struttura portante della personalità di Mons. Vincenzo Lojali Ad essa, nel solco francescano, dedicò non solo l'attività costante, ma anche l'insegnamento teorico, nella predicazione e nelle lettere pastorali. Nonostante ricevesse parecchio denaro dalla mensa episcopale, dalla congrua, dalla pensione militare (era invalido di guerra), dagli emolumenti per le medaglie al valore, il vescovo era sempre senza un soldo, spesso gli accadeva di girare con le calze bucate, il vecchio mantello d'ordinanza, tinto di nero, lo ha riparato dal freddo per tutta la vita. La notte di Natale del 1916, Lojali era al fronte, si sporse dalla trincea e intonò l'antifona natalizia, Hodie Cristus natus est, dalla parte opposta una voce rispose, Hodie Salvator apparuit., i soldati cantarono, almeno per quella notte mitragliatrici e fucili tacquero. Ufficiale ardito, sempre di esempio, partecipò alle 12 battaglie dell'Isonzo, venne ferito più volte e decorato al valore. Mons. Lojali partecipò sempre volentieri a manifestazioni patriottiche e non dimenticò mai nel cassetto le medaglie. Fu amico dei soldati, specialmente dei Carabinieri, in pericolo nel mantenere ordine e pace, e quindi bisognosi dell'occhio materno di Maria, la Virgo Fidelis. Il vescovo di Amelia fu devoto a Maria, sino a postulare, l'avvento dell'ora di Maria: ora di lotta, di conversione, di vita modellata sul suo esempio. Il suo operato è stato sempre caratterizzato dal valore dato alla presenza femminile. Gli anni del fascismo consentirono il superamento dell' anticlericalismo di Stato. In questo clima Mons.Lojali rimase sempre al suo posto, a fare il Vescovo, unendo alla pastorale il dovere di una' azione civica, mostrando lealtà verso un autorità che per coerenza evangelica, essendo legittima, doveva seguire in tutto ciò non ostasse la coscienza, a fare il saluto romano in qualche celebrazione patriottica, nel suo medagliere vi è anche la medaglia commemorativa della marcia su Roma, ma non esitando ad insorgere al momento in cui si compirono abusi. Così difese ad Alviano 11 marzo 1944 i giovani di Don Cinti, dall'autorità di polizia che voleva arrestarli. In seguito si distinse per l'opposizione al comunismo, ispirandosi all'insegnamento di PIO XII. Passano i tempi, i regni, gli imperi, il vescovo di Amelia, convinto della funzione sociale della religione, rivolse la sua azione a colmare la distanza tra sacerdozio e vita quotidiana, ponendo il sacerdote come elemento sostanziale della vita sociale. Dette impulso all'Azione cattolica, comprese il ruolo della comunicazione, fu particolarmente vicino all'opera dei paolini di diffusione delle sacre scritture attraverso stampa e cinema. e sostenne l'uscita del settimanale cattolico regionale La Voce. Lojali fu inoltre un sottile teologo, partecipò al Concilio Vaticano II. Il 14 marzo 1966 moriva nel suo povero episcopio, nella sua stanza un letto di ferro, un inginocchiatoio, una cassa militare contenente gli oggetti personali.