Visualizzazione post con etichetta pedofili. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pedofili. Mostra tutti i post

Castrazione chimica? I pedofili molto difficilmente sono suscettibili di terapie, impossibile cambiare clinicamente le devianze sessuali.





La castrazione chimica è un tipo di castrazione, solitamente non definitiva, provocata da farmaci a base di ormoni, indirizzata alla riduzione della libido e dell'attività sessualeIl farmaco più in uso attualmente è il medrossiprogesterone. Agisce sul cervello inibendo gli ormoni che stimolano i testicoli alla produzione di testosterone.
La castrazione chimica su base volontaria, è una realtà in 8 Stati degli USA, dov’è in vigore dal lontano 1997. Stesso discorso per il Canada, che consente ai condannati per pedofilia di ricorrere al trattamento farmacologico che riduce i livelli di testosterone.


In entrambi i Paesi, per i responsabili di crimini sessuali che accettano di sottoporsi al trattamento farmacologico con l’uso di sostanze che annullano il desiderio sessuale alcuni Stati consentono una riduzione della pena.

Attualmente la castrazione chimica è praticata anche in alcuni Paesi europei, tra i quali Russia, Svezia,Danimarca, Gran Bretagna, Germania Spagna e Francia, Norvegia, Polonia.
In Germania addirittura viene applicata – sempre su base volontaria, dopo una perizia medica e solo su uomini che hanno superato il 25° anno di età – dal 1969.
In Danimarca la legge, in vigore dal 1973, permette al colpevole di scegliere tra lo scontare la pena in carcere, abbinata a terapie psicologiche, e la castrazione chimica. Chi si sottopone al trattamento beneficia della libertà anticipata o di uno sconto di pena.
La Svezia l’applica dal 1993, e solo con il consenso dell’interessato e se quest’ultimo è suscettibile di diventare recidivo. Chi sceglie di sottoporsi al trattamento farmacologico riceve riduzioni di pena e benefici.
Anche in Spagna la castrazione chimica può essere applicata su base volontaria per i recidivi di violenze sessuali.
Le misure più restrittive nei confronti di coloro che commettono reati sessuali sono state decise in Francia nel 2007, dopo un fatto di cronaca che scosse l’opinione pubblica: un pedofilo, condannato già diverse volte per abuso su minori, appena uscito dal carcere venne nuovamente arrestato per aver stuprato un bambino di 5 anni. Anche in Francia la castrazione chimica è volontaria: può scegliere di sottoporvisi il reo, se giudicato pericoloso e a rischio recidiva.
In Gran Bretagna, dove lo stupro è punito con pene che possono andare dai 5 anni all’ergastolo, la castrazione chimica come opzione volontaria per coloro che sono stati condannati per reati sessuali contro i minori, è stata introdotta nell’ordinamento giuridico nel 2008. La legge prevede,qualora il condannato accetti di sottoporsi al trattamento, l’utilizzo di farmaci che riducono il livello di testosterone.
Pedofili e stupratori si possono veramente fermare con la castrazione chimica, come invocano Salvini e la Lega Nord (l'unica proposta di legge a riguardo fu presentata anni fa proprio dal leghista Calderoli), insieme ad altri esponenti del centrodestra come Alessandra Mussolini, che nel caso fosse applicata in Italia avrebbe potuto vederla applicata nei confronti del marito? Inibire chimicamente soggetti che si sono macchiati di crimini contro bambini e donne, risolve il problema?
Per attuare la castrazione chimica che mira a provocare atrofia testicolare si ricorre a due ormoni di sintesi, il leuprorelin (enantone) o il depo-provera (medroxyprogesterone), prevalentemente usati il primo per il trattamento del cancro prostatico ed il secondo come anticoncezionale. Entrambi i farmaci  bloccano la produzione da parte della ghiandola ipofisi dell’LH, ormone luteinizzante, che normalmente stimola la funzione testicolare. Pertanto, in assenza di questo stimolo ormonale ipofisario i testicoli rimpiccioliscono e cessano di produrre il testosterone, con scomparsa del desiderio sessuale».  Uno dei problemi di fondo è che la sessualità dell’uomo non è soltanto un fatto ormonale, permeata com’è da una quota psichica non testosterone-dipendente condizionata dal costume, dalla famiglia in cui il violentatore è vissuto, dalle sollecitazioni ambientali e mediatiche. Esiste pertanto il concreto pericolo che il soggetto in trattamento “si vendichi” della castrazione che la società gli ha imposto e, proprio perché privato del desiderio sessuale, infierisca in altro modo sulle sue vittime. Proprio l'aspetto più importante, la componente psichica, non è tenuta molto in conto dai fautori della castrazione chimica. 
 L'assunzione di sostanze per la castrazione chimica, incide negativamente sulla libido fintanto che la cura sussiste, per poi cessare ogni effetto in seguito alla sospensione della terapia. Da qui la necessità di affiancare un trattamento diverso, d'ordine psicologico e psicoterapeutico. Una seconda questione, investe proprio gli aspetti psico-motivazionali. Negli Stati Uniti una persona giudicata pericolosa o malata in questo senso può scegliere, in alternativa alla detenzione, un iter di riabilitazione che prevede sia l'intervento farmacologico sia la psicoterapia. La scelta dunque è solo parzialmente libera, poiché potrebbe essere una scelta di comodo, effettuata solo per abbreviare la detenzione. Gli psicologi che effettuano la psicoterapia sanno benissimo quanto conti, ai fini della riuscita della stessa, la motivazione personale al cambiamento che, in questo caso, sarebbe molto debole e solo strumentale all’evitamento del carcere. Nei Paesi dove la castrazione chimica è stata introdotta viene applicata come una pratica volontaria, perché oltre al problema di ammettere un trattamento sanitario obbligatorio come pena, c'è anche l’evidenza che la sua efficacia nella diminuzione della recidiva della violenza sessuale è stata rilevata come molto modesta. Pensare di forzare qualcuno alla castrazione chimica è difficilmente concepibile, tanto più che è possibile contrastare gli effetti del farmaco con sostanze antagoniste facilmente reperibili o farmaci che favoriscono l'effetto contrario, come ad esempio il Viagra o il Cialis. L’efficacia del trattamento è quindi difficilmente ipotizzabile in caso di volontà contraria del condannato.I pedofili molto difficilmente sono suscettibili di terapie, per cui non “guariscono” mai dal loro disturbo, perché è impossibile cambiare clinicamente le tendenze e le devianze sessuali. La castrazione, inoltre, può avere effetto solo per un periodo determinato e, una volta terminati gli effetti, nessuno garantisce la non recidività del soggetto. Ogni singolo pedofilo che si è reso colpevole di abusi sessuali a danno di bambini indifesi è vittima di gravi e incurabili devianze psicologiche ed egli stesso è vittima di atteggiamenti impossibili da prevenire e modificare, pur dopo una forte terapia ormonale. Esistono poi persone perfettamente coscienti, ma amorali e semplicemente incapaci di resistere ai loro più bassi istinti, che commettono reati sessuali e che non trarrebbero alcun beneficio dal trattamento chimico. Il vecchio sano carcere duro sembra attualmente ancora la migliore cura per queste devianze.