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SIONISMO IN PILLOLE E RIFLESSIONE SU ARIEL SHARON

 



🔯SIONISMO IN PILLOLE  E RIFLESSIONE SU ARIEL SHARON  


🇮🇱 Pillole di Sionismo


«Non esiste una cosa come il popolo palestinese. Non è che noi siamo venuti e li abbiamo cacciati e preso il loro paese. Essi non esistono».

 (Golda Meir, dichiarazione al The Sunday Times, 15 giugno 1969.)


🇮🇱 Pillole di sionismo


«Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle terre e l’eliminazione di ogni servizio sociale per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba».

 (David Ben-Gurion, Maggio 1948, agli ufficiali dello Stato Maggiore. Da: Ben-Gurion, A Biography, by Michael Ben-Zohar, Delacorte, New York 1978.)


🇮🇱 Pillole di sionismo


«[I palestinesi] sono bestie che camminano su due gambe».  

(Discorso alla Knesset di Menachem Begin Primo Ministro israeliano, riportato da Amnon Kapeliouk, «Begin and the ‘Beasts’», su New Statesman, 25 giugno 1982.)


🇮🇱 Pillole di sionismo


«(I palestinesi) saranno schiacciati come cavallette… con le teste sfracellate contro i massi e le mura».

(Yitzhak Shamir a quel tempo Primo Ministro d’Israele in un discorso ai coloni ebrei, New York Times, 1 aprile 1988.)


🇮🇱 Pillole di sionismo


« I palestinesi sono come coccodrilli, più gli date carne, più ne vogliono».

 (Ehud Barak, a quel tempo Primo Ministro d’Israele – 28 agosto 2000. Apparso su Jerusalem Post, 30 agosto, 2000)


🇮🇱 Pillole di sionismo


«Israele avrebbe dovuto approfittare dell’attenzione del mondo sulla repressione delle dimostrazioni in Cina, quando l’attenzione del mondo era focalizzata su quel paese, per portare a termine una massiccia espulsione degli arabi dei territori».

 (Benjamin Netanyahu, allora vice ministro degli esteri, ex Primo Ministro d’Israele, in un discorso agli studenti della Bar Ilan University, dal giornale israeliano Hotam, 24 novembre 1989.


🇮🇱 Pillole di sionismo


«É dovere dei dirigenti d’Israele spiegare all’opinione pubblica, chiaramente e coraggiosamente, un certo numero di fatti che col tempo sono stati dimenticati. Il primo di questi è che non c’è sionismo, colonizzazione, o Stato Ebraico senza lo sradicamento degli arabi e l’espropriazione delle loro terre». 

(Ariel Sharon, Ministro degli esteri d’Israele, parlando ad una riunione di militanti del partito radicale sionista  Tsomet, Agenzia France Presse, 15 novembre 1998.)


🇮🇱 Riflessione su Ariel Sharon 


Sharon alla fine una cosa era riuscito a capirla:  nessuno può vivere per sempre in uno stato di guerra permanente. Sharon la guerra l'aveva fatta veramente, anche ferocemente. Al contrario di Bibi Netanyahu, che non ha fatto nemmeno il militare. A Sharon si addebita la responsabilità dei massacri di Shabra e Shatila. 

Sharon era arrivato alla fine a questa conclusione: Israele doveva raggiungere l'obiettivo di confini certi, riconosciuti internazionalmente e difendibili.

Presento' il suo piano.

Sharon ha detto che il suo piano è stato progettato per migliorare la sicurezza di Israele e del suo status internazionale, in assenza di negoziati politici per porre fine al conflitto Israele Palestinese . Circa novemila israeliani residenti a Gaza sono stati istruiti a lasciare la zona a partire dalla notte di martedì 16 agosto 2005.

Nell'ambito del piano di disimpegno adottato il 6 giugno 2004, l'IDF sarebbe rimasto sulla frontiera Gaza-Egitto e potrebbe impegnarsi in ulteriori demolizioni di case per ampliare una "zona cuscinetto" (art. 6). Tuttavia, più tardi Israele ha deciso di lasciare la zona di frontiera al pattugliamento di Egitto e  Autorità nazionale Palestinese (ANP) mantenendo però il controllo della costa e dello spazio aereo e riservandosi il diritto di intraprendere operazioni militari in caso di necessità. (Art 3.1).

Il piano ha previsto per Israele l'impegno a non interrompere la fornitura di acqua a Gaza, né le comunicazioni, l'energia elettrica, e le reti fognarie (art. 8); gli accordi doganali preesistenti con Israele - in base ai quali le importazioni da Israele a Gaza non sono tassate, le esportazioni da Gaza verso Israele sono tassate, e la raccolta dei dazi doganali sui prodotti stranieri che entrano a Gaza è effettuata da Israele - non hanno perso vigore, come pure il corso legale della moneta israeliana nella striscia (art. 10).

Sharon nutriva per Bibi un profondo disprezzo e non perdeva occasione per esprimerlo in pubblico.

Dopo aver lasciato il Likud fondò Kadima.. Poche settimane dopo la fondazione del partito, Sharon ebbe però un improvviso grave problema di salute, un ictus. questo provocò l'uscita dalla vita politica, portandolo alla morte, dopo otto anni di coma.


Si stava aprendo un capitolo nuovo nelle relazioni Israele Palestinesi. 

Solo nella  logica del 

RICONOSCIMENTO  LA PACE E' POSSIBILE.

Questo e' accaduto tra l'Esercito Repubblicano Irlandese (IRA) ed il Regno Unito. 

Purtroppo, come aveva predetto lo stesso Sharon, Bibi Netanyahu sta portando Israele sull'orlo della catastrofe, disprezzata dal mondo.


https://t.me/TuttoperlaPatria

Promemoria sulla Siria



E' bene anche ricordare che il mondo Islamico non e' un monolite, ma un universo variegato composto da varie interpretazioni teologiche, da una pluralita' di Stati nazionali e da componenti etniche diverse. Queste diversita' danno vita a comportamenti geopolitici diversi. Il wahabbismo, cioe' quella corrente religiosa da cui trae origine il jihadismo, e' legata e alimentata paradossalmente da quegli Stati Arabi con cui l'occidente americanizzato ha maggiori rapporti ed instaurato strategiche alleanze principalmente Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, e Kuwait.

E' bene ricordare che la causa scatenante l'ondata migratoria che ha investito in questi ultimi anni l'Europa ha avuto causa dalla crisi siriana. Crisi determinata dalla pedissequa volontà da parte degli Stati Uniti di volere ad ogni costo un cambio di governo nella sovrana e indipendente Repubblica Araba Siriana. In accordo con i suoi alleati regionali Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, con il consenso di Turchia ed Israele, con i Turchi interessati a smantellare ogni rivendicazioni dei Curdi e per quanto riguarda Israele garantirsi per sempre l'altopiano del Golan, che occupa illegalmente e contro ogni diritto internazionale. A tal fine sono state organizzate, addestrate e armate le milizie jihadiste wahabbite legate all' Arabia Saudita, e agli Emirati del golfo, mercenari Qatarini e Il Fronte Al Nusra (Al Qaeda in Siria) in funzione anti Assad. Tutta questa operazione ha avuto il consenso dei governi dell'Unione europea che si dichiararono pronti a sostenere il conflitto, con il plauso di tutta la salmeria mediatica, spacciando l'agglomerato di tagliagole che era stato messo in campo come Free Sirian Army (sic).

E bene ricordare che l'Isis, acronimo di Stato Islamico dell'Irak e del Levante, ha potuto penetrare in Siria e ivi stabilirsi, grazie al fatto del posizionamento in Turchia, lungo il confine siriano, di batterie di missili patriot, da parte della Nato, che hanno interdetto la possibilità da parte dell'aviazione siriana di bombardare le milizie di Ali Al Baghdadi. Il risultato e' stato il genocidio delle minoranze religiose che abitavano quel territorio, cristiani ed alawiti (musulmani sciiti).

E' bene ricordare che a fianco dell'Esercito Arabo Siriano sono scesi in campo volontari e reparti dell'Esercito della Repubblica Islamica dell'Iran, volontari del Movimento libanese Hezbollah (musulmani e cristiani), la Brigata Galilea formata da volontari palestinesi, in modo risolutivo l'Esercito della Federazione Russa.

L’Iran spiegato a Matteo Salvini

Statua di Ercole a Bisetun, IRAN


Sovranità, civiltà, identità. La Persia è il ponte levatoio sulla millenaria cultura del Sacro, che si ammira (ed invidia) dai cunicoli delle velleità occidentali. Ecco perché il rigurgitare del capoccia leghista è fuori luogo: la visita di Rohani ha avuto un'imponente portata diplomatica e (soprattutto) simbolica, riservando all'Italia - comunque irrimediabilmente oppressa dalla soggezione - un piazzamento di rilievo nel contesto geopolitico contemporaneo.


Oggettivamente, la corretta dose di fastidio, apparecchiata alla copertura delle scultoree nudità dei Musei Capitolini, è legittima. Specie da parte di chi denoti nella sudditanza verso il prossimo, la negazione delle proprie radici. Per giunta, senza che un’espressa richiesta di evitare lesioni all’altrui sensibilità, sia stata avanzata. D’altronde, però, la percezione di una manifesta inferiorità, affligge i nervi scoperti di un’Italia troppo accorta alla forma, e per nulla concentrata sulla sostanza. Ma se lo scotto da pagare – per garantirsi il privilegio di un osanna alla maestosità dei Secoli – è il deprecabile nascondere la magnificenza dell’arte, si sorvola pure sull’imbarazzo dell’irresponsabilità. Perché, più della vigliaccheria del servilismo – che poi servilismo non è, stante l’indifferenza delle istituzioni iraniane -, irrita il rimbalzo della colpevolezza. Ove Renzi, Franceschini, e la romana Sovrintendenza ai beni culturali, si contendono il protagonismo del ridicolo. Premettendo – una volta ancora – che a Rohani interessassero l’apertura di credito di Palazzo Chigi, e il desiderio del dialogo di Papa Francesco.
A sollevarli dal disagio, ci pensa Matteo Salvini, che si impantana nella laguna della sua incoerenza, e si decreta guascone della (insensata) polemica. Dal maggio 2014 – ossia, da quando ha dissotterrato i tumefatti resti della Lega Nord dal feretro dei Trota, Belsito, e Rosy Mauro -, il suo intercalare ha sconfessato la ritualità della propositiva dialettica pubblica, per assumere le sembianze di bieco interventismo d’opinione. Un rullo compressore di strafalcioni, da far impallidire persino il patriarca dell’artificio retorico: quel Matteo Renzi che, a tratti, pare addirittura farsi preferire al suo principale oppositore. L’oratoria salviniana si cosparge di supporto allo Stato d’Israele, e di lotta al terrorismo – a cui il paffuto milanese dal maglione verde, accosta costantemente ed erroneamente l’Islam -. Pretendendo, altresì, che si chiudano le porte all’Iran, e non ci si confronti con l’unica regione mediorientale in grado di ridimensionare gli equilibri di quelle aree, e di tutelare l’integrità della comunità internazionale, trivellata dalle acuite tensioni tra l’Oriente e l’Occidente mondiali.


Gli affreschi della cattedrale armena di Vank, IRAN

Senza contare che, fra i territori dell’est del Pianeta, l’Iran sia il meno arabo. Salvini inconsciamente (?) contrasta ciò che vorrebbe difendere. Sovranità, civiltà, identità. La Persia è il ponte levatoio sulla millenaria cultura del Sacro, che si ammira (ed invidia) dai cunicoli delle velleità occidentali. Ecco perché il rigurgitare del capoccia leghista è fuori luogo: la visita di Rohani ha avuto un’imponente portata diplomatica e (soprattutto) simbolica, riservando all’Italia – comunque irrimediabilmente oppressa dalla soggezione – un piazzamento di rilievo nel contesto geopolitico contemporaneo. Forse, però, qualcuno deve ancora spiegarlo al Capitano (sic!).


                                          Dipinti di Borujerdi House, a Kashan". IRAN
                                                  
FONTE: 

http://www.lintellettualedissidente.it/