Il 20 febbraio del 1798, venne innalzato a Terni in
piazza Maggiore, l’attuale piazza della Repubblica, l’Albero della Libertà. E
tra un proclama e l’altro a proposito della lotta tra virtù e vizio, civiltà e
barbarie, democrazia e tirannia, la città fu inglobata nella Repubblica Romana,
e l’8 fiorile 1798 entrò in carica la nuova Magistratura di Terni, facente
parte del distretto del Clitumno con capitale Spoleto. Primo atto
amministrativo dare esecuzione al decreto del 10 germinale 1798, cioè
un’imposizione straordinaria sopra tutti i beni fondi per far fronte al “primo
stabilimento delle autorità costituite”, al mantenimento delle Truppa Francese,
all’approvvigionamento del paese, e specialmente di Roma. Segui la riscossione
dell’imprestito forzato “. In seguito furono continuamente alle prese con le
contribuzioni in derrate, la tassazione per il mantenimento dell’Armata, la
tassazione annonaria. La coscrizione obbligatoria. Ma i Francesi hanno la
capacità di ammantare con idealità liberali e democratiche quella che è una
realistica politica di sfruttamento coloniale. Come tutti i conquistatori,
sentono di giustificare ideologicamente il loro dominio, anche per attrarre a
sé gli intellettuali e gli esponenti delle classi emergenti. La propaganda
ideologica fa parte integrante dell’imperialismo nato dalla rivoluzione.
Dall'inizio
di febbraio in tutta la Valnerina vennero abbattuti gli alberi della
libertà, simbolo dell' occupazzione giacobina, Nella seconda metà del
mese tutti i dintorni di Terni erano occupati dagli Insorgenti. Il capo
brigata Bord, non riusciva a contenere le rivolte delle masse popolari.
Arrivò in soccorso il generale Grabowski. Il 30 febbraio le forze
occupanti francesi, si mossero contro gli Insorgenti. Due colonne
comandate dal colonnello Turski, si mossero da Spoleto e si addentrarono
nella Valle del Nera. Ci furono scontri a Ceselli, Collestatte e Torre
Orsina. La terza colonna al comando di Graboski si diede al saccheggio
di Papigno, dove si erano arrocati una quarantina di Insorgenti,caddero 7 patrioti. Graboski assaltò con scarso successo
Miranda, non vi era strada per potere far salire l'artiglieria, ma numerose case di campagna furono incendiate. Mentre Arrone fu saccheggiato e dato alle fiamme dal Turski, i
Francesi si scontrarono con i popolani di Ferentillo a Macenano e gli
scontri arrivarono all'interno del paese, Stroncone fu presa
d'assedio e presa solo il "10 ventoso" (1° marzo), dopo aver respinto un primo attacco,
concordata la resa a patto di aver salva la città, gli ab
itanti di
Stroncone aprirono le porte al nemico che in forze soverchianti e artiglieria li
assediava, ma la soldataglia si diede al saccheggio che non risparmiò
nessuna chiesa, persino i crocifissi furono decapitati. Tra l'agosto e
il novembre del 1789 a Terni e nel Dipartimento del Clitumno furono
spazzati via tutti i simboli dell'occupazione francese. Il colonnello
Antonio Gerlaniz a capo di un esercito austro-russo, insieme all'esercito
Insorgente dei "W Maria" che aveva già liberato Firenze e la Toscana,
prese prima Perugia, poi Foligno ed infine Spoleto. Il 14 Agosto partì
per Terni dove fu accolto come un liberatore.