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La distruzione della Fontana di Ridolfi e Fagiolo e del mosaico dello Zodiaco di Corrado Cagli








Terni - Nel 1932 il comune di Terni, dopo aver deciso di trasferire il monumento ai caduti dal centro di piazza Tacito all' ingresso dei giardini della Passeggiata, indisse un concorso nazionale tra gli ingegneri del Regno per la elaborazione di un progetto finalizzato alla costruzione di una fontana monumentale. La commissione esaminatrice, formata dall'architetto Marcello Piacentini, dai critici d arte Roberto Papini e Carlo Tridenti e dal Podestà Almo Pianetti, nel 1933 ritenne degno di esecuzione lo studio contraddistinto dal motto Dinamo I, presentato dagli architetti Mario Ridolfi e Mario Fagiolo. La descrizione fornita dagli stessi progettisti, a compendio del loro studio spiega che l’ acqua, scorrendo sul catino decorato a mosaico, rappresenta la sorgente che abbellisce e allieta di sua freschezza la natura; quindi, precipitando nella seconda vasca a quota piu bassa, allude all’intervento dell’ uomo sull’ elemento naturale ai fini energetici. Il prodotto ottenuto e visualizzato dalla stele di acciaio che diventa esaltazione del lavoro metallurgico e testimonianza della natura industriale della città. I materiali utilizzati per la costruzione del manufatto sono, oltre al granito grigio impiegato per il marciapiede, il porfido rosso per il bordo della fontana, il marmo di Carrara, diversamente lavorato per il rivestimento della vasca centrale, e l’acciaio inossidabile dell’ago. I mosaici policromi che rivestono il catino della prima vasca, realizzati dalla Ditta Salviati di Venezia su cartoni di Corrado Cagli, rappresentano i segni zodiacali. Le figurazioni musive furono valorizzate da una sorgente luminosa posta sotto il bordo esterno della vasca che, illuminando il velo d’acqua fluente su di esse, le arricchisce di suggestive vibrazioni. Il 21 aprile del 1936 piazza Tacito, con al centro la sua fontana, nella sua nuova configurazione, che secondo il progetto generale di Ridolfi e Fagiolo, vedeva una nuova pavimentazione in porfido e l’insediamento di una quinta arborea, rappresentata da quattro parallelepipedi di lecci, studiata con la duplice funzione di creare una cornice uniforme atta a valorizzare la fontana centrale ed eliminare la discontinuità architettonica degli edifici prospettanti i lati maggiori della piazza, venne consegnata alla citta. La fontana fu gravemente danneggiata dai bombardamenti inglesi del 14 ottobre 1943. Il ripristino della fontana fu tra i primi interventi di ricostruzione delle opere pubbliche danneggiate dalla guerra, la direzione dei lavori per il ripristino della parte musiva fu affidata allo stesso Corrado Cagli che, pur riproponendo i temi iniziali, ridisegno i segni zodiacali prevedendo l impiego del mosaico romano in luogo del veneziano precedentemente adottato. In occasione della XIV Festa delle Acque, il 24 giugno 1961, la fontana venne restituita al patrimonio artistico cittadino. Nel 1994 la fontana in forte stato di degrado, dovuto ad un errato metodo di ripulitura adottato nel corso degli anni, i ripetuti passaggi sulla superficie di soluzioni acide avevano causato la corrosione differenziata del materiale lapideo, in relazione alla natura mineralogica, sciogliendo la parte in carbonato di calcio, determinando la solubilizzazione soltanto delle venature in calcare, marmo rosso Lepanto o della piccola percentuale presente nelle tessere verdi, verde Alpi, che risultavano meno consumate e quindi con spessore superiore alle altre, fu restaurata dal sindaco Ciaurro. Nella relazione tecnica dei restauratori si sconsigliava ulteriori puliture con sostanze acide o abrasive causa la perdita delle tessere calcaree ormai presenti come sottili cartelline di marmo dello spessore medio inferiore al millimetro e si invocava una corretta e metodica manutenzione annuale, consigliando l’uso di acqua e spazzole morbide e l’applicazione di bioacida per prevenire l’eventuale crescita di microrganismi, inoltre i tecnici per garantire maggiormente l’incolumità del mosaico indicavano di evitare lo scorrimento dell’ acqua sulla superficie. Dei mosaici di Cagli rimane ben poco, i consigli dei restauratori del 94 non sembra siano stati ascoltati, delle figure zodiacali rimangono solo ombre sbiadite, nelle figure del cancro, dei pesci, del capricorno, dell’ acquario e del toro si sono aperti veri e propri crateri, profondi alcuni centimetrI. E curioso che nella civiltà dell’ immagine, dove il look e eletto sovrano, dilaghi questa rivolta del brutto che fa scempio del patrimonio artistico cittadino, l’estetica l’applichiamo, quando l’applichiamo, fino alla punta delle nostre scarpe, disinteressandoci di tutto il resto. Dell’ opulenza di un tempo si vedevano i segni nella sontuosita di torri, cattedrali e opere d’ arte, ora dell’ opulenza urbana ci accorgiamo grazie ai cassonetti sempre trabocchevoli di rifiuti, ovviamente da termovalorizzare.