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Santo Stefano e l'Identità Europea

 
IL PROLOGO DELLA COSTITUZIONE UNGHERESE
 
Noi siamo orgogliosi del fatto che mille anni fa' il nostro re, Santo Stefano, abbia fondato lo Stato ungherese su solide fondamenta, e reso il nostro paese parte dell'Europa cristiana (...) Siamo orgogliosi che la nostra gente per secoli abbia difeso l'Europa in una serie di battaglie e arricchito i valori comuni dell'Europa con il suo talento e la sua diligenza. Promettiamo di preservare il ruolo della Cristianità nella salvaguardia della nazione. Siamo legati alle diverse tradizioni religiose del nostro paese. Promettiamo di preservare l'unità intellettuale e spirituale della nostra nazione distrutta dalle tempeste del secolo scorso. Le nazionalità che vivono con noi fanno parte della comunità politica ungherese e sono parti costitutive dello Stato. Ci impegniamo a promuovere e a salvaguardare il nostro patrimonio, la nostra lingua unita, la cultura ungherese, le lingue e le culture delle nazionalità che vivono in Ungheria, insieme ai patrimoni artificiali e naturali del Bacino Carpatico. Ci assumiamo la responsabilità dei nostri discendenti : proteggeremo inoltre le condizioni di vita delle future generazioni facendo uso prudente delle nostre risorse materiali, intellettuali e naturali. Crediamo che la nostra cultura nazionale sia un ricco contributo alla diversità dell' unione europea. Rispettiamo la libertà e la cultura di altre nazioni e ci impegniamo a cooperare con ogni nazione del mondo. (...) Riteniamo che la famiglia e la nazione costituiscano la base della nostra coesistenza e che i nostri valori coesivi fondamentali siano la fedeltà la fede e l'amore. (..) Onoriamo i risultati della nostra costituzione storica e onoriamo la Sacra Corona che rappresenta la continuità costituzionale dello Stato Ungherese e l'unità della nazione. Non riconosciamo la sospensione della nostra costituzione storica dovuta alle occupazioni straniere. Neghiamo qualsiasi statuto di limitazioni per i crimini disumani commessi contro la nazione ungherese e i suoi cittadini sotto le dittature nazionali socialiste e comuniste. Non riconosciamo la costituzione comunista del 1949, poiché fu la base del ruolo tirannico, la proclamiamo non valida. Concordiamo con i membri del primo Parlamento libero che ha proclamato come sua decisione che la nostra attuale libertà risale alla Rivoluzione del 1956. Datiamo la restaurazione dell'autodeterminazione della nostra nazione, persa il 19 marzo 1944, dal secondo giorno di maggio 1990, quando e' stato formato il primo organismo liberamente eletto di rappresentazione popolare. Consideriamo questa data come l'inizio della nuova democrazia del nostro Paese e dell'ordine costituzionale.