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Terni 13 giugno 1944: le truppe dell'Impero Inglese occupano la città

Il 13 giugno 1944 truppe dell'Impero Britannico entrarono in Terni, occupando la città, si trattava di militari provenienti dall'India, Il 3 settembre 1939, il vicere’ Lord Linlithgow “informo’” i leader politici indiani del Congresso e la popolazione tutta che essi erano ufficialmente entrati in guerra contro la Germania e più di due milioni di indiani furono fatti arruolare nell’esercito, provenienti anche dalle regioni meridionali e da altre zone remote che tradizionalmente non avevano mai fornito truppe. Cio’ comporto’ uno straordinario sacrificio economico oltreche’ umano.  Il governo di Londra ha ordinato la requisizione di quasi tutto il riso e altri alimenti in Bengala per portarli in Medio Oriente e in Egitto, dove si trovava la parte delle truppe britanniche che a quel tempo cercavano di dmaggior ifendere il canale di Suez dell'esercito Italo-Tedesco. In poche settimane gli inglesi hanno giustiziato 2.500 persone e ne hanno detenute altre 66.000.Decine di migliaia di famiglie sono morte di fame nelle loro case. Altre persone preferivano uscire per strada e morire sulla strada pubblica alla luce di tutto il mondo. Poco a poco i villaggi e le città si sono riempite di cadaveri marci che nessuno raccoglieva, e malattie come il colera, il tifo o la dissenteria che si sono diffuse senza controllo portando via migliaia di vite. Il primo ministro Winston Churchill rispose in parlamento quando gli fu chiesto delle riserve alimentari del Bengala,  secondo le teorie del suo consigliere scientifico Frederick Lindemann, affermando che gli indiani erano colpevoli della loro situazione per essere una razza debole che si era  riprodotta in eccesso e che ora doveva pagare le conseguenze di ritrovarsi nella situazione di sovrappopolazione. Churchill non avrebbe mai ridotto le razioni dell'esercito britannico per alimentare il bengala, alla fine egli odiava gli indiani e non lo nascondeva, arrivando in una volta a dire la seguente frase:
"le peggiori persone del mondo dopo i tedeschi sono gli indiani". Oltre 5 milioni di Indiani morirono di fame.
Nel frattempo, nell'Agosto 1942 Gandhi aveva rivolto il suo ultimo appello al governo britannico per l'indipendenza dell'India col celebre discorso tenuto ad Agosto a Bombay: Quit India, Lasciate l'India, nel quale esortava gli Indiani a lottare per la libertà o a morire nel tentativo, elaborando allo scopo nuovi piani di lotta non violenta. Meno di 24 ore dopo, l'intera dirigenza del Congresso fu però incarcerata o messa al confino, dagli Inglesi fino alla fine del conflitto mondiale, mentre il movimento Quit India degenerava in violenze di ogni genere da parte della popolazione verso i simboli del dominio britannico, delle quali Gandhi fu ritenuto moralmente responsabile. D'altra parte Subhas Chandra Bose costitui’ lo Indian National Army, con oltre 40.000 volontari ed entrò in guerra contro gli Inglesi, mentre altri volontari indiani si arruolarono direttamente nell'esercito tedesco, dando vita alla Legione Waffen SS "India Libera" o "Indische Freiwilligen Legion der SS". Quindi la situazione di questi "liberatori" , provenienti da una Nazione occupata in lotta per l'indipendenza dagli Inglesi e costretti a combattere una guerra per loro, appare abbastanza paradossale. Ma tornando a Terni, nella giornata del 13 giugno 1944 nessuna formazione dei partigiani comunisti stalinisti della "Brigata Gramsci", tristemente famosa perchè si macchiò di numerosi omicidi, si trovava in città, arrivarono giorni dopo. Inizio così l'amministrazione della "Allied Military Governament of Occupied territory" , come chiaramente indicato dal distintivo sulla spalla sinistra dei militari di stanza in Italia, un distintivo rotondo con una "A" di colore bianco inscritta in una "O" di colore rosso, sono le iniziali delle due parole "Occupation Army", cioè Esercito di Occupazione. Venne aperto Il famigerato campo di concentramento "R. Civilian Internee Camp" di Collescipoli, dove Nicoletta de Terlizzi, venne uccisa il 29 agosto 1944, sotto gli occhi delle sue compagne allibite soltanto perché si era sdegnosamente rifiutata di andare a ballare con un soldato inglese. Un campo di concentramento dove accadevano spesso episodi di violenza contro i prigionieri, organizzato in una area industriale dismessa. "Per punizione un colonnello polacco amico degli inglesi che si era costruito un campo ostacoli per cavalcare, si divertiva con una lunga frusta da maneggio a far correre ai ragazzi italiani gli stessi ostacoli dei suoi cavalli" come testimonia la lettera che la principessa Pignatelli scrisse verso la fine del 1949 a David Rousset. Mentre numerosi furono gli stupri e i tentativi di stupro che videro protagonisti i militari indiani, come risulta dai numerosi report (olre 5000 riguardano Terni) contenuti negli archivi che nel 2000 gli americani hanno versato in copia all'Italia. Dove risultano anche numerosi fatti di violenza come il pestaggio di Arturo Bianciardi medico delle acciaierie malmenato selvaggiamente nel settembre del 1944, di fronte alla famiglia, pestaggio che al malcapitato costò un occhio. Intanto alla fine della guerra la Gran Bretagna, ridotta in bancarotta dallo sforzo bellico, annunciò che avrebbe concesso tanto all'India quanto alle sue zone a maggioranza musulmana l'Indipendenza. Nel 1946 si verificarono a Calcutta disordini tali da portare a innumerevoli uccisioni, convincendo definitivamente la Lega Musulmana dell'impossibilità di mantenere ancora unito l'Hindustan storico. Cominciarono così i negoziati presieduti da Lord Mountbatten, ultimo Viceré del Raj britannico, con Nehru e Abul Kalam Azad per il Congress, con Muhammad Ali Jinnah per la Lega Musulmana, con Ambedkar per gli Intoccabili e con Master Tara Singh per la comunità Sikh, fra gli altri, ma dai quali Gandhi si tenne fermamente a distanza, non tollerando l'idea della divisione del Paese, che nel frattempo, come prevedibile, si stava lacerando in nuove feroci lotte tra Induisti e Musulmani. Dopo poco più di sei mesi, la dichiarazione d'indipendenza dell'India vide così non solo la contemporanea nascita del Pakistan, che comprendeva due delle aree a maggioranza islamica all'Ovest e all'Est del Paese (odierni Pakistan e Bangladesh) definite e separate dai Britannici piuttosto grossolanamente in sole 5 settimane secondo la cosiddetta Radcliff Line , ma anche gli inauditi orrori che seguirono a quella Partition, i cui dettagli geografici vennero annunciati con precisione solo a indipendenza ottenuta, causando così un numero imprecisato - tra i 500.000 e il milione - di morti durante i disordini che accompagnarono uno dei più grandi esodi della storia: 11 - 15 milioni di Indiani, Induisti, Sikh e Musulmani, dovettero infatti abbandonare dall'oggi al domani e quasi sempre contro la propria volontà le loro case, terre e averi, per rifugiarsi nel loro nuovo Stato di pertinenza tra vendette, aggressioni e spaventosi eccidi incrociati, la cui memoria avvelenò per decenni e fino a oggi le relazioni tra le due nascenti nazioni.