Un governo di deboli (non dei più deboli)


Parte il Governo M5s-Lega. Dopo una serie di peripezie, dettate da ingenuità quirinalizia e furbizia leghista, vede la luce un bambino deforme che non avrà vita facile né lunga. Salvini e Di Maio spezzeranno le reni all’Europa? Restituiranno all’Italia la sovranità perduta (e mai pienamente avuta) combattendo contro chi ce l’ha strappata e conculcata? Dubitiamo che tutto ciò avvenga. Il can can battagliero grillino-leghista è solo una triste prospettiva economicistica che ha ben poco di politico. Manca la visione d’epoca storica mentre abbondano i giochetti di partito e di palazzo. Secondo la ristretta prospettiva del sodalizio giallo-verde sarebbe Berlino ad averci ridotto con le pezze al culo. Però, in ogni caso, dall’Ue e dall’euro non si esce, come hanno dichiarato, e ciò rappresenta una palese contraddizione della loro stessa teoresi sballata. Contemporaneamente, viene affermato di voler restare nella Nato e saldamente ancorati a quell’occidente americanocentrico che rappresenta il vero vulnus dal quale deriva la nostra sudditanza nazionale. Di più, si sente dire che appoggiandosi al nuovo corso americano di Trump sarà possibile liberarsi dal giogo crucco che ci ha retrocesso a provincia povera del Continente. Un po’ di logica per favore. L’Ue è una costruzione americana, come pure la sua moneta unica. Quest’ultima fu imposta ai tedeschi (via Parigi) come prezzo da pagare per la riunificazione, in quanto con il marco il potere condizionante dei tedeschi sarebbe stato anche più forte di quanto non lo sia ora con l’euro. Germania e Francia sono le due grandi potenze europee che sin qui hanno gestito il mandato americano, che va mutando per riconfigurazione strategica statunitense. I gruppi europei che lo hanno maneggiato nell’epoca unipolare non soddisfano i nuovi requisiti richiesti dall’egemonia statunitense in una fase multicentrica. Quindi qualcosa deve cambiare in Europa e cambierà. In sostanza ce la si può pur prendere quanto si vuole con il gregario tedesco per vederlo sostituito col francese o con una via di mezzo Franco-tedesca. Che vantaggio avremmo? Bisogna invece auspicare che i poteri tedeschi finora dominanti siano sostituiti da drappelli autenticamente autonomisti ed in grado di corrodere la predominanza yankee sul suolo comune. In ciò occorre incoraggiare la Germania, non puntare ad indebolirla, perché se il Paese meglio posizionato d’Europa avvia il necessario trapasso ci spiana la strada. Quindi nessun risparmio di critiche a chi ci narra di IV Reich per nascondere alla vista le mosse del superimpero d’oltreoceano mirante ad un riassetto delle sue sfere d’influenza per non lasciare lo scettro. Nessuno in Europa spezzerà mai le catene americane danneggiando il suo vicino. Il nemico è uno e non è a Berlino. I tedeschi, come gli italiani e i francesi devono sbarazzarsi dei loro dirigenti asserviti (senza sostituirli con altri cangianti ma ugualmente filo zio Sam), non puntarsi il dito a vicenda. Se accade è effetto del divide et impera a stelle strisce che ci rende tutti perdenti anche se non nella stessa maniera o con i medesimi svantaggi. C’è il servo che sta in casa e quello che lavora i campi, la condizione è la stessa anche se esistono differenziali di benessere(che contano, per carità, ma che non portano alla sovranità).
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